da "IL VESUVIO" di Vittorio Paliotti - Ed.Azienda Autonoma di Soggiorno Cura e Turismo - Napoli
I napoletani di quei vicoli dove il dialetto più stretto Ë ancora in auge, lo chiamano " 'a muntagna ", cioè semplicemente la montagna, il monte; e l'usanza dev'essere tutt'altro che recente: " Cumme è bella 'a muntagna stasera ", esclama Libero Bovio poeta in una sua canzonetta del 1915, e il verso sembra avere pure il compito di ricordarci che il vulcano di Napoli ha avuto scarsa fortuna nella musica di Piedigrotta; ed anche Emanuele Bidera in una sua celebre " Guida di Napoli e contorni ", che è del 1844, ci dà conferma che già ai suoi tempi la " plebe " diceva " 'a muntagna " e basta. Gli antichi, invece, lo chiamarono con nomi, come Vesvius, Besvius, Vesuvius eccetera, che sono altrettante varianti di quello attuale e il cui significato era, in genere, quello di " fuoco "; e del resto è opinione degli studiosi che la maggior parte dei vulcani abbiano denominazioni che sono sinonimi di " fuoco ": e come Vesuvio verrebbe dalla radice sanscrita " vasu ", fuoco, così Etna nascerebbe dalla radice indo- europea " idh " o " aidh ", cioè " ardere ", e così perfino Fuijsan, nome del vulcano giapponese, verrebbe dalla radice orientale " fuij ", fuoco. Non può essere trascurata, tuttavia, la tesi di Mancinelli e Landino, secondo i quali il nome del Vesuvio deriva dalla parola latina " vesvia ", cioè favilla; nè si può dimenticare che Virgilio, nel secondo libro delle " Georgiche ", lo chiamò " Vesevo ", un termine che sarà ripreso anche da Giacomo Leopardi. E insomma, pur se fra le varie tesi c'è quella di chi, il nome di questo vulcano, lo associa a Vesbio, condottiero dei Pelasgi, che vi spadroneggiava, e se inoltre c'è chi lo fa provenire da Maevius e da Maeulus, cioè mordace e beffardo, e se infine c'è chi lo ritiene corruzione di lesbius, osceno, la tesi etimologica che prevale è quella che lo giudica derivante da " fuoco " o " casa del fuoco ". Assolutamente cervellotica, naturalmente, è la tesi del sacerdote Camillo Tutini, seguace di Masaniello, che nel 1649 volendo interpretare un'eruzione del vulcano come un incitamento a scacciare gli spagnoli, sostenne che Vesuvio viene dall'espressione latina " vae suis " guai ai suoi. In epoche diverse, il Vesuvio, da " casa del fuoco "fu considerato " casa del diavolo "; e non è superfluo notare che, anche in termini strettamente toponomastici, quella parte della Valle del Gigante che guarda verso Terzigno porta il nome di Valle dell'Inferno.
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